Gozzoviglie svedesi



Non contente di averci sguinzagliato in giro per la città a chiedere ai passanti quali fossero i piatti tipici svedesi, quelle due buontempone delle nostre insegnanti, hanno pensato bene di passare dalla teoria alla pratica e di cucinare, gli impronunciabili cibi svedesi, la sera stessa.

All'inizio pensavo ci stessero prendendo per i fondelli, abituato come sono a fatiscenti università dove anche il gesso va usato con parsimonia perchè potrebbe non essercene altro, ma quando si sono presentate con le buste della spesa son rimasto con la bocca aperta.

Considerando il valore reale infimo di 1 corona (a cui dedicherò un post più avanti), avranno speso un capitale. Ma tanto paga il governo svedese.
 E la "svedesità" ha subito preso il sopravvento : veniamo divisi in gruppi, a cui vengono affidate le varie mansioni (preparazione tavolata, cucina,pulizie, intrattenimento...) e marsch, al lavoro.

Pare che il mio passaporto mi abbia fatto capitare (i gruppi non erano casuali ma studiati...farabutti svedesi!) nel gruppo aiuto-cucina.
E ne ho viste di cotte e di crude.
  • Mini-aragoste mangiate appena scongelate (succhiate, per la precisione). Li chiamano Kräftor
    Pare che sia molto chic in Svezia e che facciano dei party apposta per mangiare queste povere creature (Kräftskiva). E alla fini ti ritrovi pure digiuno.
  • Le mitiche Palt.
    Palle di farina riempite con patate e carne (mi pare fosse maiale). Assaggiata anche la variante col sanguinaccio (Blodpalt). Ma preferisco la prima.
  • Assaggini da party anche il  smörgås med  ägg och kaviar, cioè del pane con uova sode e crema di caviale spalmata sopra. Che tra l'altro si mangiano a colazione...
  • Falukorv, un salsicciotto che più svedese non si può, fatto con carne di ogni bestia: manzo, maiale e vitello. E' lungo e pieghevole, ma assomiglia molto ai mini hot-dog dell'IKEA. Da provare
In realtà ho visto decine di altre pietanze tipiche, oltre alle immancabili köttbullar med lingon, che chiunque sia stato da IKEA ha visto, ma la roba era tanta e non posso ricordarmi tutto.
Ricordo, però, che ci siamo scansati il mitico surströmming , in pratica delle sardine fermentate che puzzano come un morto. Almeno questo.

Il tutto, chiaramente, innaffiato da fiumi di  vino sudafricani (sic!) e tanti snaps di akvavit (come gli italici shot di superalcolici) preceduti, obbligatoriamente, da orecchiabili stornelli da osteria svedesi.

Morale della favola : l'insegnante, una distinta signora svedese di mezza età, che reggeva l'alcol come uno scaricatore di porto, ha iniziato un po' tutti ai culti alcolici del Norrland.
Per non parlare della storia dello snoozing...me se ne riparla domani....

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