Pedalata scacciapensieri



Prendere familiarità col Campus e con la geografia del luogo.
Questo è stato l'imperativo di questi giorni. E per far questo un mezzo di locomozione aiuta.
Si, perchè quando chiedi ad uno svedese quanto dista il posto X, la risposta sarà sempre "pochi minuti a piedi". Salvo poi scoprire che la destinazione è a 3-4 km di distanza.

Non li biasimo: la Svezia è grande e grossa e quindi suppongo che i locali abbiano un diverso senso del vicino/lontano.

In ogni caso, la strategia di piantonare il venditore di biciclette ha dato i suoi frutti : son riuscito a beccarmene una non troppo sofisticata, di seconda mano a prezzo usato e soprattutto (cosa fondamentale) col cestello davanti.
Il perfetto  mezzo di locomozione per far la spesa...Conto, a fine soggiorno, di rivendergliela (sperando di non perderci troppo).

In verità, stamane qualche problema ha cominciato a manifestarlo (rogne meccaniche) e ho dovuto interrompere la mia tranquilla domenica di ristoro delle forze, per andarlo a trovare e spiegargli il problema.
Dopotutto un po' d'aria per sgranchirmi le gambe e svagare la mente (piuttosto turbata da sgarbi e bassezze inattese anche a 3000 km di distanza), mi ha fatto bene.
In mezz'ora ha risolto tutto cambiandomi una ruota (a costo zero) e segnandosi anche il nome nel caso avessi problemi in futuro (una sorta di garanzia, mi ha spiegato).
Un breve giro di prova e son rientrato, notando come tra le svariate decine di biciclette parcheggiate sotto casa, sono poche quelle che hanno il lucchetto (alla mia l'ho messo...non sono abituato ancora a certi standard...).

E stasera ho tanto bisogno di Bach per rilassarmi.



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Välkommen till Växjö!



...ovvero il mio mini-appartamento svedese.
Fossi una agenzia immobiliare, sarebbe :
Luminosissimo monolocale in parco, 25 mq, quarto piano con ascensore. Zona Teleborg. Termoautonomo,  tripli vetri, doccia, TV via cavo, Internet 10Mbit.Zero spese condominiali. Posto bici e vicinissimo a fermata bus.Utenze (elettricità, internet, acqua, gas e riscaldamento) incluse nel prezzo.


E il prezzo? Meno di una stanza singola a Roma o a Milano (che è pure senza utenze).
Dopo essermi ripreso dalla scoperta che Internet sfreccia a 90 MB/s effettivi in download, i tripli vetri e il mega termosifone nella stanza mi suggeriscono qualche idea sulla quantità di freddo a cui sono abituati da queste parti...Vedremo!

Tra l'altro il precedente inquilino (come da contratto) mi ha lasciato tutto lindo e pinto. E quindi il lavoro di presa di possesso della scrivania e della toilette (i miei punti nevralgici della casa) è stata l'unica cosa che mi ha effettivamente portato via del tempo.
Oltre al mio litigio con lenzuola e piumini vichinghi, ovviamente.
Eravamo d'accordo che il proprietario mi facesse trovare cuscini, lenzuola e piumino per il letto (e che goduria scoprire che ho risparmiato il 30% rispetto a se li avessi comprati io in loco...). E così è stato.
Solo che i piumini (e i copri piumini svedesi) sono ben strani : si infilano in un abbondante sacco-lenzuolo e il piumino ci si perde dentro.
A meno che non ci siano altri motivi a me sconosciuti, questo modo barbaro di agghindare il letto è molto poco pratico.

In ogni caso, dopo aver razziato un supermercato a pochi isolati da qui (ed essermi demolito le spalle a portare 5 buste zeppe di ogni bene di consumo, nonostante il grosso del tragitto l'abbia fatto col bus), la giornata finisce in bellezza con l'allarme anti-incendio che  in piena notte decide di attivarsi e strillare in un modo che ha del demoniaco.
Il motivo non mi è ancora del tutto chiaro. Ma i sospetti ricadono sul vapore fuoriuscito dalla doccia...

Insomma..si comincia nel modo solito...
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Taxi, bus, treni e due mani robuste...


Giorni frenetici quelli appena trascorsi...
Dopo l'esame, di cui ancora non si sa l'esito (e un po' tutti cominciano a temere il peggio...) è stato un rapido susseguirsi di eventi e incontri, quasi tutti a base di cibo (strano) e alcol, ovviamente.

Il pomeriggio è passato a fare la fika (pausa) svedese a base di immancabili  caffè (sciacquato) e tè e del tanto rinomato smårgastårta , un pastone freddo a base di uova, gamberetti, maionese e un mare di altra roba.
I locali (e anche i germanici) ne vanno matti, ma a me onestamente sembra solo un modo originale ed
efficiente per riciclare i resti di cucina settimanali.

E dopo questa simpatico rito, è arrivato il momento dei saluti. Siamo sparpagliati un po' tutti a destra e manca in tutta la Svezia: nelle fredde Umeå e Luleå, qualcuno ad Östersund, molto ambita dai vacanzieri della neve, altri a Stoccolma, Sundsvall, Linköping, Uppsala e finanche a Växjö, come il sottoscritto.

E infatti il giorno dopo, fatti armi e bagagli (soprattutto bagagli),  un simpatico tassista bengalese mi accoglie col suo "Buongiorno" (non ho capito come, ma tutti in giro spizzicano qualche parola d'italiano...) e mi deposita (fermando il tassametro 100 metri prima dell'arrivo...cosa sconcertante!) al terminal dei bus.
In pochi minuti, arriva il bus per Sundsvall e dopo 40 minuti sono alla stazione per prendere il mio bel trenino X2000 per la traversata della Svezia da nord a sud.

Son stato fortunato e ho beccato un biglietto low cost per questa specie di Alta Velocità vichinga. E ci ho messo un paio d'ore ad abituarmi alla grandezza della poltrona (smisurata). In compenso, mi sono abituato subito ad internet veloce (satellitare) gratuito lungo tutto il tragitto...


Lasciati i meravigliosi paesaggi della  Höga Kusten, ci siamo diretti verso Stoccolma, passando per la bella cittadina di Gävle e per l´ ancora  più piacevole Uppsala.
Cambio veloce a Stoccolma (la cui stazione è totalmente diversa dall'ultima volta in cui ci ero passato), e di nuovo il treno veloce sfreccia tra la pioggia passando per Linköping fino ad Alvesta. E quindi di nuovo cambio sul treno da Copenhagen per Växjö.
 Finalmente a destinazione!  E in perfetto orario, ovviamente. Dopo 11 ore dalla partenza...


Replicata per l'ultima volta la tragicomica scena di me che tento di scendere dal treno (con due valigioni in grado di contenere un pastore maremmano l'uno), mi dirigo al punto di raccolta (si, anche questo era previsto), dove in pochi minuti arriva il pullmino che ci carica e ci deposita al Campus.
Sbrigate le scartoffie, acchiappo la mia chiave e mi rintano nel mio loculo...
Di cui vi racconterò nel prossimo post...



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I vichinghi e la monnezza, 1 episodio - Pant




Dopo aver ripescato tutte le bottiglie che avevo gelosamente accumulato in questi giorni, nei piu' disparati angoli della stanza, ieri è stato il Pant-day.
E quindi le bottiglie (con i loro rimasugli della squisita acqua aromatizzata al limone) sono partite per il loro percorso spirituale di re-incarnazione: la macchinetta del riciclaggio.

Bottiglie di plastica (PET) e lattine d'alluminio, in Svezia, da tempo immemore, si riciclano a tassi che superano il 90% in maniera semplice, economica e soprattutto conveniente.

L'idea è così banale che viene da riflettere sul perchè non si riescano ad adottare meccanismi simili anche da noi. Qui tra i vichinghi, è semplicemente illegale, vendere bevande pronto consumo in contenitori di PET o di alluminio, se non aderisci ad un consorzio autrizzato che smaltisca che li ricicli.
Questo permette all'acquirente di recuperare qualche soldino (pant) , per ogni bottiglia che ficca in queste macchine mangia-bottiglie, in proporzione alla grandezza della bottiglia stessa: 2 corone, 1 corona, 90 cent o 60 cent.





Per farla breve, con 14 bottiglie d'acqua, a 2 corone  per bottiglia riciclata, mi son ritornate indietro la bellezza di 28 corone (scarsi 3 euro).

Piccola annotazione : la macchinetta a in cui ho depositato le mie aveva già macinato 1 milione e 700 mila bottiglie. E stiamo parlato dell'ingresso di un supermarket di quartiere della provincia svedese...
E se uno considera che con un barile di petrolio ci si posson fare 1790 bottiglie di PET, il conto è presto fatto e....conviene!

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La scuola-villaggio vacanze



Nonostante un disgraziatissimo giorno di pioggia e vento mi abbia regalato un bel raffreddore (con mal di gola e scatarramenti annessi), sono ancora discretamente in vita e in vena di riflessioni.

Il corso di svedese si avvia a conclusione ed è tempo di tirare le somme (lo faccio ora perchè se lo faccio dopo l'esame finale potrei essere ingeneroso e lasciarmi andare al turpiloquio...).

La Mittuniversitetet, mi dicono, sia relativamente giovane come istituzione ed è sparpagliata tra Sundsvall,Härnösand e Östersund. Il campus di Härnösand è rigorosamente nel bel mezzo della città e circondato da verde e numerose aziende (che pare attraversino frequentemente la strada per andarsi a pizzicare i propri futuri dipendenti tra i giovani virgulti universitari).

La classe-tipo comprende  una aula con tantissima luce, banchi e sedie discretamente comodi, lavagne, proiettori, pc collegati ad internet....
So benissimo che fare l'elenco di quello che è presente in un'aula è alquanto patetico, ma lo diventa meno quando si è abituati a posti dove si inscenano tragedie greche per aver del gesso dai "bidelli" o dove avere un pc in classe equivale ad avere una playstation pronta all'uso.

La didattica, poi, è di tutto rispetto.
E' vero che parliamo di un corso di lingua intensivo (e magari anche altrove avremmo avuto analogo trattamento), ma trascorrere 2 settimane tra lezioni frontali e mille attività parallele a supporto della didattica è una esperienza che, mutatis mutandis, uno svedese in Italia non credo avrebbe pototuo fare.
Onnipresenti sono la tecnologia e la multimedialità : tutti i docenti sono in grado di usare un pc e non c'è niente di strano  ad attingere nella Rete, video, canzoni e quant'altro per integrare e supportare le lezioni frontali.
Studiare lo svedese-base, in modalità villaggio-vacanze (cacce al tesoro con premi, lezioni all'aperto, attività di gruppo, canzoni,giochi da tavolo e sguinzagliamenti per la città alla ricerca di cibi, bevande e abitudini locali), con docenti (almeno 3-4 per meno di 30 persone...altro che le classi pollaio della Gelmini) altamente qualificati (gente che studia da 15 anni la didattica dello svedese per stranieri) è sintomo di una volontà di qualità della didattica e dell'istruzione in generale che è totalmente agli antipodi del vezzo italico del "taglio" a scuola e università.

E qualche locale mi dice che asili e scuole elementari sono trattate finanche meglio, perchè vige il criterio per cui l'istruzione obbligatoria deve formare il grosso cittadini e deve far fronte alle differenti esigenze dei locali e degli immigrati.
Tenterò di saperne di più su asili e scuole elementari. Magari evitando di appostarmi nei paraggi...


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Come faranno 'sti svedesi?



Grazie alla Rete leggo sovente notizie dalla madrepatria.
E in questi giorni il baratro su cui banchettiamo e mandoliniamo da anni si sta facendo sotto. I tempi son cupi. Un po per tutti...o no?
Mi sono andato un po' a spulciare, giusto per non sapere nè leggere nè scrivere, i dati dell'Eurostat rispetto alle ultime rilevazioni.

Che in italia il PIL (da non confondere col PILU, che sembra vada a gonfie vele) sia da paese cristallizzato è noto da tempi immemori. E sembra pure che il resto d'Europa zoppichi.
E ovviamente, sui grandi numeri,sarà certamente così.

Tuttavia l'occhio mi è caduto (ma va?) sui dati svedesi: vuoi che la crisi falcidia tutta l'Europa e questi spendaccioni vetero-comunisti in salsa nordica non ne risentano nemmeno un po'?
Tra pensioni cospicue, sistemi sanitari ed educazione gratuiti, sussidi di disoccupazione e altre voci mangia-soldi nel welfare, vuoi che la crisi dei mercati non li abbia ridotti sul lastrico?

E pare proprio di no.
Anzi. La Svezia cresce con un PIL dell'1% rispetto al trimestre scorso, che diventa il 5,3% su base annua.
La produzione industriale è aumentata del 8.2% rispetto all'anno scorso e un tasso di disoccupazione al 7.4%.
Il tutto senza avere una goccia di petrolio e limitando più di tutti gli altri partner europei le emissioni di gas nocivi per l'ambiente.
La voglia di attribuire il merito al senso civico degli svedesi è forte, ma i norvegesi (ugualmente civili) se la stanno passando più nera...
Vuoi vedere che c'entra avere politici competenti e lungimiranti?
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Pinguini? No grazie...




Ed è arrivato finalmente il momento di svelare il misterioso (lo so, è patetico...) motivo del nome del blog.
Che cavolo c'entrano i pinguini con la Svezia?
Ebbene, il tutto affonda le proprie radici nella notte dei tempi (qualche mese fa) quando ho comunicato la mia intenzione di partire, martire, per il Nord.
Già alla vista del paese i primi mormorii tra amici e conoscenti sono sorti...La Svezia...là fa freddo...15 mesi all'anno di gelo...3 metri di neve...la terra dei suicidi e della depressione...
E via su questa lunghezza d'onda.

Una volta accettata l'idea, armato di cartina e santa pazienza ho spiegato la mia destinazione finale (mica tutti sono obbligati a conoscere la posizione di una delle più impronunciabili città svedesi?), segnalando come ci fossi già stato in "esplorazione"  in pieno inverno e che tutto sommato vivevano anche delle persone normali lì e non solo gli eredi dell'uomo delle nevi.

Il pezzo duro però è stato spiegare che prima di andarci, sarei dovuto passare per il Västernorrland, per tentare di acclimatarmi almeno col suono dello svedese parlato. Dopo la fatidica domanda : "Dove sta?" e la ancor più fatidica risposta "1000 km più su", l'esclamazione mista di stupore, rabbia, odio e costernazione di mia madre è stata : "Addirittura!! E allora vai direttamente dai pinguini! ".


Bestialità zoologiche a parte, l'espressione, suppongo, volesse condensare (riuscendoci benissimo, secondo me) il misto di rimprovero (per la serie "sei sempre in giro peggio di uno zingaro", altra performance celebre) e di preoccupazione, entrambi tipici delle mamme meridionali.

E' vero, siamo ancora all'inizio di questa avventura, ma di pinguini nessuna traccia. E nemmeno delle preoccupazioni che i pinguini totemici portavano con sè.
Speriamo che duri. Ma sono fiducioso. Sarà perchè mi sto abituando al modo di vedere il mondo degli indigeni?
Magari...

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Una scampagnata nella Guerra Fredda


Nonostante ci fossero in giro certe facce recate in dono dalla nottata precedente, Sabato mattina siamo riusciti a saltar su al bus con destinazione imprecisata.
O meglio : la destinazione era nota (Hemsö fästning) ma nessuno aveva capito che cavolo fosse. Avevamo azzardato fastning = fortezza e pensavamo un po' tutti di dirigersi verso qualche rudere o delle rovine di antichi castelli.

E invece ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un panorama eccezionale in quella che era la più segreta delle installazioni militari svedesi: Hemsö fästning per l'appunto.

Questa installazione, che sorge su una isoletta (ci siamo dovuti imbarcare per andarci) gode di una vista eccezionale sul golfo di Botnia (Botniska viken) ed è piena zeppa di cannoni e mezzi militari mimetizzati.




Gli svedesi, a cui la cazzimma (per i non partenopei vedere qui) non manca, avevano messo su tutto sto complesso in previsione di future guerre mondiali/atomiche.
La paranoia nucleare li aveva portati a scegliere questo posto perchè a cannonate potessero difendere il porto di Härnösand , molto profondo e quindi luogo perfetto per il nemico per sbarcare con i carri armati e per proteggere il fiume Ångerman, strategico perchå portava dritto dritto alla ferrovia.


Tutta la baracca, ovviamente, è stata dismessa una trentina di anni fa quando hanno cominciato a chiedersi "Ma chi ci vuole invadere? I finlandesi a causa dell'ultima partita di hockey persa?", trasformando il tutto in una attrazione.
E ci son riusciti. Entrare nelle viscere della montagna, 50 metri sotto la roccia, e trovare una caserma perfettamente funzionante e con i più ingegnosi trucchi per campare mesi e mesi là sotto, è stata una grande sorpresa.

Dopo una abbuffata, a spese dell'università, al ristorante all'uscita e dopo aver goduto della magnifica vista da Hemsö, è stato il turno dell'imponente Högakustenbron, il ponte sulla Höga kusten (la Costa Alta), un mostro con due piloni di 200 metri di altezza e più di 1 chilometro di campata.


Obiettivamente, da queste parti, di storico hanno molto poco. Ma riescono a venderlo in confezioni talmente accattivanti e ben fatte, che alla fine son quasi contento di esser andato a vedere un bunker e un ponte.
Anche perchè lo sfondo e i paesaggi, quelli si che sono veri e incantati.
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Gozzoviglie svedesi



Non contente di averci sguinzagliato in giro per la città a chiedere ai passanti quali fossero i piatti tipici svedesi, quelle due buontempone delle nostre insegnanti, hanno pensato bene di passare dalla teoria alla pratica e di cucinare, gli impronunciabili cibi svedesi, la sera stessa.

All'inizio pensavo ci stessero prendendo per i fondelli, abituato come sono a fatiscenti università dove anche il gesso va usato con parsimonia perchè potrebbe non essercene altro, ma quando si sono presentate con le buste della spesa son rimasto con la bocca aperta.

Considerando il valore reale infimo di 1 corona (a cui dedicherò un post più avanti), avranno speso un capitale. Ma tanto paga il governo svedese.
 E la "svedesità" ha subito preso il sopravvento : veniamo divisi in gruppi, a cui vengono affidate le varie mansioni (preparazione tavolata, cucina,pulizie, intrattenimento...) e marsch, al lavoro.

Pare che il mio passaporto mi abbia fatto capitare (i gruppi non erano casuali ma studiati...farabutti svedesi!) nel gruppo aiuto-cucina.
E ne ho viste di cotte e di crude.
  • Mini-aragoste mangiate appena scongelate (succhiate, per la precisione). Li chiamano Kräftor
    Pare che sia molto chic in Svezia e che facciano dei party apposta per mangiare queste povere creature (Kräftskiva). E alla fini ti ritrovi pure digiuno.
  • Le mitiche Palt.
    Palle di farina riempite con patate e carne (mi pare fosse maiale). Assaggiata anche la variante col sanguinaccio (Blodpalt). Ma preferisco la prima.
  • Assaggini da party anche il  smörgås med  ägg och kaviar, cioè del pane con uova sode e crema di caviale spalmata sopra. Che tra l'altro si mangiano a colazione...
  • Falukorv, un salsicciotto che più svedese non si può, fatto con carne di ogni bestia: manzo, maiale e vitello. E' lungo e pieghevole, ma assomiglia molto ai mini hot-dog dell'IKEA. Da provare
In realtà ho visto decine di altre pietanze tipiche, oltre alle immancabili köttbullar med lingon, che chiunque sia stato da IKEA ha visto, ma la roba era tanta e non posso ricordarmi tutto.
Ricordo, però, che ci siamo scansati il mitico surströmming , in pratica delle sardine fermentate che puzzano come un morto. Almeno questo.

Il tutto, chiaramente, innaffiato da fiumi di  vino sudafricani (sic!) e tanti snaps di akvavit (come gli italici shot di superalcolici) preceduti, obbligatoriamente, da orecchiabili stornelli da osteria svedesi.

Morale della favola : l'insegnante, una distinta signora svedese di mezza età, che reggeva l'alcol come uno scaricatore di porto, ha iniziato un po' tutti ai culti alcolici del Norrland.
Per non parlare della storia dello snoozing...me se ne riparla domani....
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Svenska för invandrare, ovvero come insegnare lo svedese a chi ha a malapena 5 vocali



9 vocali, 18 suoni vocalici e un numero imprecisato di lettere "mangiate" quando si pronunciano le parole. Questo, in estrema sintesi, l'atroce impatto con lo svedese parlato.

E nonostante che le due insegnanti che ci sono toccate (una è la versione svedese femminile di Barney Stinson, e l'altra un pezzo di femmina con un sorriso-ipersmagliante) ce le sognamo giù nello Stivale, la differenza di pronuncia tra Y, U e O rimane per me ( e un po' per tutti) abbastanza oscura...

Ma confido nei potenti mezzi didattici svedesi. (es. domani cena sociale e la scuola ci mette i soldi per la spesa e noi cuciniamo. Con l'unico vincolo di cucinare cibo prettamente svedese e di limitare l'inglese a tavola al minimo sindacale).

Piccola sodddisfazione : oggi siamo andati (non certamente di spontanea volontà) per il centro della città a caccia di esseri autoctoni cercando di interloquire nella loro lingua e chiedere il nome di qualche pietanza locale.
E ho capito perchè quando scendono in Italia si innamorano del cibo.
Ma prima di stroncarli, devo provare almeno qualcuna delle decine di cose "svedesi doc" di cui ci hanno parlato.

Parola del giorno : ursäkta (mi scusa)
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E alla fine...si parte!



Il tragitto per Härnösand (2451 Km, dice Google Maps) è stato lungo.
Ma dopo esser riuscito a passare indenne il controllo bagagli dell'altisonante Norwegian Airlines (avevo 5-6 kg più del dovuto...ma l'ho scampata), una veloce pennica sul volo Roma-Stoccolma (nonostante quintalate di marmocchi norvegesi che scorazzavano per l'aeroplano) mi ha consentito di riprendermi in tempo per toccare con mano la gentilezza delle hostess norvegesi.

Sia chiaro, viaggiando sempre in low-cost è quasi ovvio che fossi abituato a hostess racchie e antipatiche, e lo smagliante sorriso di queste gentili donzelle, unitamente al suono dolce del "tack" infilato sempre e dovunque alla fine della frase, mi ha rinfrancato non poco.
Il tutto con  la foto-santino della Garbo sulla livrea...

Scalo ad Arlanda, con pioggerellina estiva inclusa e dopo un paio d'ore si prende l'aereo più silenzioso mai visto.
Non sto parlando dei clangori metallici o di reattori invisibili ai radar, ma semplicemente del silenzio tombale che si respirava: ordinati robottini nordici sistemavano i bagagli, si accomodavano al proprio posto e leggevano un giornale.
Nulla a che vedere con le bolge infernali made-in-Ryanair (a cui poco onorevolmente ho preso parte anche io in passato).

Arrivati a Sundsvall, il tassista ci aspetta con il cartello, spizzica si e no mezza parola e dopo 15 minuti a 110 km/h (fissi....sembrava rotta la lancetta), ci deposita a suon di tack davanti all'ostello.

Il tempo di accorgermi che sono le 21 ed è ancora pieno giorno e dopo qualche minuto crollo come un sacco di patate sul letto....Buonanotte!!!



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Destinazione Svezia: un lupo nella terra dei pinguini



Orbene...I più arguti si saranno accorti della palese assurdità di posizionare i pinguini in Svezia.
Ebbene, si!
Non ci sono pinguini in Svezia (a parte quelli nei parchi zoologici, ovviamente) nè tantomeno ho intenzione di portarceli. La storia dei pinguini nasce qualche tempo fa, durante una delle mie sessioni di chiacchiere da bar. Ma lascio un po' di suspance e ne parlerò più  in là....

Per ora basta sapere che  sono in partenza per il paese dei vichinghi e ci starò per lungo tempo causa scambio cultural-accademico.
Il percorso dalle verdi montagne irpine fino alla destinazione finale, ovvero il mitico  Småland, terra di  laghi, boschi e di gente tirchia (che bella prospettiva, eh?), vedrà qualche tappa intermedia nel nord (in realtà non è manco troppo a nord il Västernorrland) e tanti tanti chilometri da macinare a brevissimo. E tante cose da raccontare.

Perchè scrivo l'ennesimo blog? Semplicemente, per condividere e fissare su carta (elettronica) le tante esperienze che spero vivrò in terra di Svezia. Se poi la cosa dovesse affascinare ed interessare anche i visitatori del sito....beh... sarebbe il massimo.

Che dire...aggiungete "Dalla Svezia coi pinguini" nel blogroll e fateci una capatina : spero di aggiornarlo ogni volta che salterà fuori qualche novità...
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